Antonio Russo






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<< Un freelance davvero free >>
Il ricordo dei capo-redattori di Radio Radicale

Antonio Russo nasce il 3 giugno 1960 in provincia di Chieti.
Il suo caso verrà accostato a quello della sua collega Anna Politkovskaja, entrambi accomunati da una morte misteriosa dopo aver intrapreso delle inchieste sulla guerra in Cecenia.



Antonio Russo non era un giornalista iscritto all’Ordine, voleva essere libero di esprimersi senza censure sulle realtà e le crudeltà della guerra, che il suo lavoro da freelance lo portavano a scoprire. Ha lavorato per molti anni come freelance e reporter internazionale di Radio Radicale, per questa radio fu anche inviato in Kosovo.

Tra le sue corrispondenze più note si ricordano quelle del Nord Africa durante gli anni di sanguinosa repressione e quelle della Penisola Balcanica. Fu dichiarato disperso dopo esser scappato ai rastrellamenti serbi, i soldati in quella circostanza stavano anche cercando lui, ma non lo trovarono.
Si rifugio presso una abitazione privata e poi si unì ai profughi in fuga.
Così riuscì a salvarsi e raggiunse la città di Skopje a piedi.

Il suo lavoro come inviato di Radio Radicale lo porterà in Georgia, per documentare la guerra in Cecenia. Antonio Russo fu ucciso nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2000 in Georgia.


La Farnesina comunica il rinvenimento del suo corpo ai bordi di una strada di campagna vicino a Tbilisi su una strada che dalla capitale georgiana porta al confine con l’Armenia.

L’elemento è significativo, poiché su questa strada c’è una base russa. Sul corpo vennero trovate tracce di tortura e numerose ecchimosi, queste tecniche di tortura sono riconducibili a reparti specializzati militari. Tutto il materiale che aveva con sé – registrazioni e appunti– fu trafugato, anche il suo alloggio fu ritrovato svaligiato, ma senza portar via alcun oggetto di valore, mentre articoli e video sparirono.

Le circostanze della morte non sono mai state chiarite, voci non confermate riconducono l’accaduto al governo di Vladimir Putin a Mosca. L’autopsia rivela che l’inviato di Radio Radicale è stato ucciso da colpi inferti  in pieno petto che gli hanno causato lesioni interne letali.


Antonio Russo aveva cominciato a trasmettere in Italia notizie scottanti circa la guerra. 
La matrice russa, era emersa chiaramente anche da fatti precedenti, nel suo ultimo intervento pubblico aveva parlato del possibile uso dei proiettili all’uranio impoverito in Cecenia. Alla madre aveva parlato di una videocassetta riguardante torture e violenze dei reparti speciali russi nei riguardi della popolazione cecena. Inoltre era in procinto di rientrare in Italia per portare nuove testimonianze e documenti sull’atrocità della guerra.

In una conferenza, sull’impatto ambientale della guerra in Cecenia, venne fortemente contrastato dalla Federazione Russa.


In quella sede Antonio aveva anche fatto riferimento ad un altro motivo che l’aveva spinto in Georgia: raccogliere documenti e prove a difesa della incredibile ed infamante accusa, di pedofilia e terrorismo, che la Federazione Russa aveva rivolto contro la Georgia. Ma furono proprio quelli i documenti trafugati dalla casa del giornalista, nella notte del suo omicidio. 
Ad Antonio Russo verrà dedicato un Premio Giornalistico per il reportage di guerra e un film diretto dal regista Leonardo Giuliano.



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