Scuola Beslan

Due anni dopo Dubrovka è la volta di Beslan

A quasi due anni dalla tragedia consumatasi a Mosca all’interno del Teatro Dubrovka, la Russia  ritorna protagonista di un altro attacco terroristico il 1° settembre 2004, quando per mano di un gruppo di separatisti ceceni, la scuola principale di Beslan,  fu assediata con quasi 1200 persone al suo interno. Dopo tre giorni di sequestro il tragico epilogo  della vicenda conterà 386 vittime di cui 186 bambini.
Il gruppo armato  composto da 32 persone – alcune di esse provviste di cinture esplosive - fece irruzione alle 9.30 del mattino, all’interno del complesso scolastico con un furgone militare, precedentemente rubato alla polizia, di fatto non vennero immediatamente riconosciuti dai presenti, in quanto furono scambiati per poliziotti garanti della sicurezza per la cerimonia in corso.
La scuola contava un così alto numero di persone in quanto il giorno scelto per l’assalto,  è stato quello della cerimonia di inizio anno scolastico. Erano presenti alunni, insegnanti e rispettive famiglie. Si era diffusa la notizia che la scelta di quel giorno non fosse casuale, i terroristi avevano premeditatamente scelto di attaccare quel giorno.
Appena fu chiaro che non si trattava di poliziotti, ma bensì di criminali era troppo tardi per reagire. I sequestratori iniziarono a sparate colpi in aria per intimorire i presenti e tutti furono portati nei locali della palestra della scuola. Nel caos generale 65 persone riuscirono a scappare e ad allertare la polizia, la cui centrale era poco lontana dalla scuola. Ha inizio l’incubo di Beslan.

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  • Il primo giorno di sequestro:

Quando gli ostaggi furono portati nella palestra della scuola i sequestratori iniziarono ad organizzarsi per gestire la situazione.
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Requisirono tutti i cellulari, separarono gli uomini adulti dal resto del gruppo e li uccisero, uno di loro riuscì a salvarsi saltando da una finestra. Non vi fu alcun rispetto dei corpi senza vita, alcuni furono gettati fuori dalle finestre come prova della loro ferocia.
La polizia, allertata da coloro che riuscirono a fuggire all’inizio, si mobilitò per circondare l’edificio. I terroristi sistemarono ordigni esplosivi in alcune parti della struttura e in  più minacciarono le autorità di uccidere 50 ostaggi per ogni loro membro ucciso e 20 per ogni ferito.
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Intanto il governo affermava più volte che il numero degli ostaggi superava di poco le 300 persone. Ma in realtà le informazioni date non sono veritiere. Sotto il controllo dei 32 estremisti sibtrovavano quasi 1200 persone di cui molti bambini. Forse memore della tragedia di Dubrovka, anche in quel caso molte delle vittime erano bambini, dal governo arrivò la notizia di voler negoziare con i criminali, e per due giorni Leonid Roshal [Nota 1]  fu l’intermediario tra governo e terroristi.




  •  Il Secondo giorno di sequestro:

Le trattative con Roshal fallirono, le richieste dei sequestratori non erano accettabili: ritiro delle truppe dall’intera Cecenia – richiesta fatta anche nel caso Dubrovka – e il portare all’interno della struttura sotto assedio importanti cariche politiche.
Intanto le condizioni degli ostaggi, soprattutto dei bambini, non erano ottimali: senza cibo, acqua e farmaci costretti a stare quasi ammassati in un locale dove il caldo diventava insopportabile.

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Grazie all’intervento del presidente inguscio Ruslan Aushev [Nota 2] nel pomeriggio del 2 settembre vennero rilasciate 11 donne e i loro bambini. Poco dopo la loro liberazione i terroristi lanciarono delle granate verso una macchina della polizia incendiandola, ma da parte delle autorità non vi fu nessuna reazione violenta, erano ancora troppe le vittime in mano dei criminali.
Dopo il secondo giorno di assedio gli stessi sequestratori erano preda di stress e agitazione, la situazione rischiava di degenerare in breve tempo.





  •  Il terzo giorno:

Verso le ore  13 del terzo giorno i sequestratori concedono ad un gruppo di quattro medici di portare all’esterno i corpi delle vittime che si trovavano nella struttura. Quando però questi stavano per entrare dentro l’edificio, i sequestratori iniziano a fare fuoco, due di loro vengono colpiti a morte e di li poco si sentiranno due violente esplosioni.
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La forza della deflagrazione è tale da abbattere parte del muro della palestra,  30 ostaggi riescono a scappare dall’edificio. Molti di loro rimarranno uccisi dallo scambio a fuoco tra poliziotti e terroristi. Le versioni sul perché di questo improvviso attacco da parte dei sequestratori sono molto discordanti.
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L’esplosione potrebbe esser stata causata in modo involontario, probabilmente dalla caduta di un ordigno fissato ad una parete dai sequestratori o addirittura secondo una dichiarazione di Ruslan Aushev, provocata da uno dei terroristi che per sbaglio calpestò i fili di uno di questi ordigni che erano presenti all’interno dell’edificio.

     >>Fonte<<

O ancora che questi avessero iniziato a far detonare l’esplosivo tra gli ostaggi. Un’ultima versione vedrebbe come responsabili dell’esplosione le stesse forze speciali che lanciarono all’interno della palestra due granate e  non furono quindi i terroristi a causare l’esplosione. Un investigatore di cui si sa ben poco, Yuri Ivanov, dichiarò che le granate furono lanciate su espresso ordine di Putin.


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Dopo gli scoppi e l’agitazione che si creò lo scontro a fuoco fu inevitabile, dopo circa due ore le forze speciali riuscirono a conquistare il controllo dei locali. Rimasero uccisi 11 soldati delle forze speciali e più di 30 rimasero feriti nella sparatoria. Gli scontri continuarono all’esterno, alcuni sequestratori cercarono di fuggire nascondendosi tra i civili e due donne con in dosso le cinture esplosive cercarono di farsi esplodere tra i bambini in fuga, ma senza riuscirci.


  • La fine dell’incubo:


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L’ufficiale Alexander Fridinsky dichiarò che dei 32 sequestratori , 30 rimasero uccisi, due feriti vennero linciati dai genitori dei bambini e uno venne catturato vivo.
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Nur-Pashi Kulayev, ceceno 24 enne

Intanto all’interno della palestra distrutta divampa un incendio,  l’intervento dei vigili del fuoco non sarà abbastanza tempestivo e i soccorsi inadeguati per prestare soccorso ai molti feriti.

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Alla fine dell’incubo di Beslan il presidente Putin  indisse due giorni di lutto cittadino – il 6 e 7 settembre – in memoria delle vittime innocenti.

Il bilancio delle vittime e dei feriti alla fine dell’intera vicenda conta un numero altissimo:

Ostaggi:
Circa 1200.

Morti: 
- 334, ostaggi
   186  erano bambini;
- 19 polizia, forze speciali e civili;
- 2 soccorritori;
- 31 sequestratori;

Per un totale di 386 vittime.

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I funerali ebbero inizio il 4 settembre e se ne celebrarono molti per dare sepoltura al gran numero di vittime.

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Feriti: 
- 30 soldati forze speciali;
-700 ostaggi, alcuni di loro sono rimasti mutilati dall’esplosione,  si conta pure qualche bambino rimasto orfano;

Per un totale di 730 feriti.

I feriti, anch’essi in numero elevato vennero divisi tra gli ospedali di Beslan, Ossezia del Nord e Mosca. Molti presentavano ferite da ustioni dovute all’esplosione, e non è conosciuto il numero effettivo di quanti riportarono danni permanenti. Alcuni di essi vennero assistiti da psicologi per riprendersi dai traumi dell’intera vicenda.







  •  Il post Beslan:

Al processo tre poliziotti furono accusati di non aver fermato il gruppo di terroristi. Nel 2007 venne concessa loro l’amnistia. Un gruppo di donne reagì in modo violento, contestando le indagini fatte. Le loro accuse parlavano di un mascheramento della verità per non tirare nella questione esponenti più importanti.
L’operato delle forze dell’ordine sul caso di Beslan fu criticato aspramente, soprattutto da sopravvissuti e parenti delle vittime, ma anche da opinionisti . Il governo russo respinse le critiche, ma il Presidente Russo Putin confermò una mancanza di professionalità nel gestire l’accaduto.

Le due inchieste condotte nel 2005 e 2007 videro colpevoli le forze dell’ordine locali e i reparti militari che gestirono male  l’organizzazione.
Il Presidente Putin non incontrò mai i parenti delle vittime,  solo un anno dopo la strage ricette, al Cremlino, un gruppo di aderenti al movimento del  “Comitato delle madri di Beslan”. Incontrò dopo l’accaduto soltanto le forze dell’ordine locali.
Dopo l’attentato Putin fece costruire in breve tempo due nuove scuole. Il 3 settembre, in Ossezia, è stato proclamato giorno di lutto nazionale.





  • Poche informazioni…poco chiare.


Il governo  russo cercò di censurare le informazioni sul caso di Beslan. Tre giornalisti stranieri vennero arrestati e il loro materiale fu confiscato.
La giornalista Anna Politkvskaja , che era stata partecipe dei negoziati durante il caso Dubrovka, venne misteriosamente avvelenata a bordo di un aereo – ma fu prontamente salvata – prima del decollo le era stato impedito, dalle forze dell’ordine, di imbarcarsi sul volo diretto a Beslan. Questi piccoli “dettagli” portano a pensare ad una probabile censura da parte del governo russo su quanto realmente accaduto all’interno della scuola di Beslan.

Due anni dopo la vicenda si venne a sapere parte della verità:
mentre viene condannato all'ergastolo l'unico superstite dei terroristi, e Putin continua a negare l'inchiesta che i familiari e i sopravvissuti chiedono a gran voce, nuove notizie si aggiungono alle precedenti,  pare infatti che il gruppo di ceceni terroristi coinvolti era composto da 60, non 32, e che la polizia era al corrente dell'attentato già dalla mattina, ma corrotti dagli stessi terroristi non sono intervenuti per fermare l'attacco.
Un'altra verità rimasta sepolta per ben due anni fu quella riferita all'esposione: non fu un errore dei terroristi; a causare il crollo del tetto della palestra dell'edificio furono le due granate incendiarie termobariche ‘RPO-A’ lanciate sul tetto della palestra, provocando il primo massacro.




  • I Pareri internazionali sulla vicenda:

     Il caso ovviamente non poté passare sotto silenzio, e pesanti furono le reazioni dalle     diverse parti del mondo:

 Nazioni Unite - Il Consiglio di sicurezza, in una nota presidenziale il 1º settembre 2004 condannò l'attacco.  E incoraggio le autorità russe a cooperare con gli altri stati per indagare e arrestare i veri responsabili della vicenda.Il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, il 7 settembre 2004, condannò l'episodio definendolo una "carneficina brutale e senza senso di bambini" e definendolo "puro e semplice terrorismo"
 Unione Europea - Il presidente della commissione europea Romano Prodi il 3 settembre 2004 rispose all'accaduto definendolo un malvagio e spregevole atto barbarico.
 Sud Africa - Nelson Mandela definì l'attacco un disumano atto di terrorismo dicendo che in un nessun modo l'uccisione di innocenti bambini può essere giustificato in qualsiasi circostanza, specialmente per ragioni politiche.
•        Vaticano - Papa Giovanni Paolo II condannò l'atto definendolo una vile e inumana aggressione su bambini e famiglie indifese.
 Stati Uniti d'America - Il presidente americano George W. Bush, in un discorso del settembre 2004 rivolto all'assemblea generale delle Nazioni Unite disse riferendosi ai terroristi ceceni che essi misurano il loro successo [...] attraverso le morti di innocenti famiglie.
 Regno Unito - Il primo ministro inglese Tony Blair descrisse l'attacco terroristico come "un atto barbarico".
Amnesty International - Un gruppo di organizzazioni internazionali per i diritti umani, inclusa Amnesty International condannò quello che definì "un'orrenda azione", "un attacco al più fondamentale dei diritti - il diritto alla vita". "La nostra organizzazione denuncia questo atto incondizionatamente."


Il caso Beslan, come quello che lo precedette a Dubrovka, racconta uno scenario di guerra, rivincita politica e mezze verità taciute. Il dovere dello stato sembra essere quello di fermare la fuga di notizie su quanto sta accadendo,  più che salvare la vita di persone innocenti.


Note:
[Nota 1] : Noto pediatra russo Dal 2005 è membro della Camera pubblica della Russia. Egli è anchemembro della Commissione presidenziale per i diritti umani. Fu presente anche durante l’attentato a Dubrovka e contribuì al rilascio di alcuni bambini.
[Nota 2] :  Presidente della Repubblica d'Inguscezia  è una repubblica autonoma della Federazione Russa abitata dagli Ingusci.


Immagini dalla [1] alla [12] : >>Fonte<<


Sitografia:
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